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Un piccolo comune incastonato nei Monti Lucretili, questa è Roccagiovine, un piccolo borgo da scoprire in tutte le stagioni. Affascinante e godibile in estate, quando il vento fresco rende piacevole sostare nella piazzetta, dopo una visita al castello; suggestiva in autunno, quando i boschi la incorniciano come un quadro d'autore, magica in inverno quando la neve la copre con un candido manto, colorato e profumato in primavera. E' come se il paesino dei marchesi Del Gallo offrisse in ogni periodo dell'anno il suo lato più bello.
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Sullo spigolo di uno dei tanti fabbricati che circoscrivono il largo è scritto Piazza Vacuna; sulla fontana, di fronte ad uno zampillo che invita ad assaporare la fresca acqua, è posta invece questa iscrizione: “Limpida sorgente che saluta i ruderi del tempio di Vacuna allieta l’abitazione di Roccagiovine”.Vacuna era un’antica dea italica di carattereagricolo, identificata da Varrone con Vittoria, da altri con Cerere o Diana. I Romani e soprattutto i Sabini la considerarono la divinità del riposo, dopo il lavoro dei campi. In suo onore, durante il mese di dicembre, erano celebrate delle feste delle Vacunalia. Ed è proprio a Roccagiovine che sorgeva un antico tempio, per onorare questa dea, ricordato da Orazio. Il massimo poeta latino. nella lettera diretta ad Aristio Fusco, cosi concludeva: “Haec tibi dictabam post fanum putre Vacunae, excepto quod non simul esses cetera laetus – Dettavo questa lettera per te al fresco, dietro il tempio diroccato di Vacuna; e tu solo mi mancavi a compiere la mia felicità -” (Epistularum – lib. I,X -II). Le notizie sull’ubicazione di questo tempio sono scarse. si può solo ipotizzare come individuazione l’area d’insediamento del castello Orsini,la Chiesa di S. Nicola o la piazza stessa dove sgorga la limpida ed abbondante sorgente. Il tempio, descritto diroccato da Orazio, venne comunque ricostruito da Vespasiano (69-79 d.C.).
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Salendo la strada tortuosa che porta a Roccagiovine, dopo l’ultima curva, si scorge il castello degli Orsini, che domina maestoso il paese. Le mura del castello conservano una lastra di marmo con un bassorilievo di epoca romana, testimonianza dell’esistenza in quest’area di un tempio, dedicato alla dea Vacuna, divinità benefica della campagna, cantata da Orazio, Ovidio e Plino il Vecchio.
Edificato nel corso del XIV secolo, il castello, dal 1821 divenne proprietà, dopo diversi passaggi di proprietà, dei marchesi del Gallo. Prima di loro, i signori del feudo furono gli Orsini che nel 1315 acquisirono il possesso, dal Monastero dei S. Cosimato di Vicovaro, fino al 1632. Giovanni, il primo signore della famiglia, dettò gli statuti per Roccagiovine. Roccagiovine fu la culla anche di un forte movimento repubblicano all’indomani, nel febbario 1849, del rovesciamento dello Stato pontificio. Qui un giovane di benestante famiglia, Giuseppe Ruffini, si mise a capo della “rivoluzione” e il giorno di San Giuseppe in un castagneto, con i suoi “seguaci” scelse e sradico l’albero più alto portandolo in paese come l’Albero della Libertà. Il suo nome compare ancora in una targa apposta sulla fontana, donata al paese da Alessandro del Gallo e posta nello stesso posto dove era l’Albero della Libertà.
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Chiesa di S. Maria sopra le Case, sec. XVI, con annessa abitazione dell’eremita.
Chiesetta dei flagellanti, con affreschi dei sec. XIV e XVII.
Chiesa di S. Nicola di Bari (sec.XVII) con affreschi del sec. XVII ed una tavola della scuola del Perugino raffigurante la Madonna dei Ronci.
Ruderi della chiesetta della “Madonna di Ronci”.
Monumento in onore ai Caduti e Dispersi nei due conflitti mondiali.
Fontana Piazza Vacuna.
Ninfeo degli Orsini.
Prato delle Forme.
Forca di Rocco.
Fontanili di Ronci.
Romitorio della Madonna di Ronci.