Percile
Percile

Le prime notizie su Percile sono riportate nella vita di S. Silvestro I, pontefice dal 314 al 335; Anastasio il Bibliotecario (antipapa nell’anno 855) nomina il “fundum Percilianum in territorio Sabinensi”. A partire dal sec. X i nobili locali favorirono la costruzione di centri fortificati sulle alture per il controllo della regione: Roccagiovine, Licenza, Civitella, Percile, Castel del Lago, Petra Demone, Spogna. Queste rocche delineavano il confine fra le diocesi di Sabina e di Tivoli. Con la sottomissione di quest’ultima, da parte di Ottone III, Farfa, quale Abbazia imperiale, venne a beneficiare di una larga zona di possedimenti tiburtini. Nel 1011 circa 1500 moggi di terreno coltivabile vennero donati da Ottone, conte di Sabina, figlio di Ottaviano con il consenso della moglie Doda, figlia di Rainaldo conte dei Marsi. E’ proprio la donazione dell’anno 1011, scritta da Guido abate di Farfa e riportata nel Regesto farfense n. 650, il più antico documento su Percile.

Nel 1110 il castello di Percile, con le sue pertinenze, venne donato dal nobilis vir Beraldo figlio del conte Crescenzio e dalla moglie Domenica all’Abbazia di Farfa, oggetto della sua spettanza da Azo di Guerrone nel 1033. Con la Bolla di Urbano IV, del 1262, il castello è confermato all’Abbazia. Dopo quella data passò agli Orsini. Con atto datato 5 maggio 1275 Matteo Rosso fu Napoleone, Giangaetano, Orso e Giacomo figli di Matteo donano i loro beni in Percile a Giacomo, Napoleone, Fortebraccio e Francesco Orsini figli di Giacomo. Bonifacio IX, con Bolla del 1400, accordò a Giacomo Orsini, conte di Tagliacozzo una riduzione delle tasse del sale e del focatico sul feudo di Percile insieme ad altri castelli. In data 16 luglio 1596 venne approvato dal cardinale Benedetto Giustino, per ordine di Clemente VIII, lo Statuto già predisposto sotto la giurisdizione degli Orsini ma entrato in vigore quando il feudo era stato venduto alla famiglia Degli Atti di Todi. Il 5 febbraio 1608, con istrumento Bulgarini, Alessandro De Aptis ed i figli Angelo e Antimo cedono il castello a G. Battista e M. Antonio Borghese. La signoria dei Borghese si mantenne fino all’abolizione della feudalità.

Al castello di Percile, rappresentato dal palazzo Borghese e dall’adiacente Chiesa di S. Lucia, simbolo dei due poteri, si affiancano le vicende di Castel del Lago che sorgeva nel territorio dei “Lagustelli” i due Laghetti di Percile, di origine carsica, mèta turistica ed oggetto di ricerche storiche, archeologiche e geologiche. Anticamente erano tre come risulta dalla carta, del 1790, del geografo Giovanni Antonio Rizzi- Zannoni, topografo regio di Ferdinando IV, e confermato dalla descrizione di G. Calindri, nella prima metà dell’ottocento: “Più superiormente all’uno ed all’altro, eravi altro laghetto ora asciugato affatto, conoscendosi tutt’ora il terreno più inferiore di livello del circostante”. Storia e ricerche, quindi, da approfondire.